I Ragazzi del Castello

10303174_10203642189847837_6013150944368754008_nAbbiamo appreso oggi della protesta de “i ragazzi del Castello”, i quali sono stati costretti a protestare per l’insensibilità dimostrata dall’amministrazione nei loro confronti. Parliamo di ragazzi ai quali non è consentito fruire del manto stradale per tirare dei calci ad un pallone. Sarà perché rompono i lampioni? Sarà perché, col loro baccano, disturbano il lavoro degli impiegati comunali? Sarà perché il pallone non è a norma? O forse mancano i certificati sanitari dei ragazzi?

Sta di fatto che la scuola calcistica che ha prodotto il giovane talento del Bari è stata chiusa.

Già l’amministrazione passata si era occupata del problema decidendo di stanziare le risorse necessarie per attrezzare la palestra scoperta Pietrocola per un campetto da calcio, assicurando così ai giovani dell’antico quartiere una possibilità di svago, crescita sportiva e prevenzione da devianze minorili. Che fine abbiano fatto questi fondi non è dato sapere, è certo che il campetto non c’è e che i ragazzi si sono adattati a ciò che il quartiere stesso offre, un’area votata al parcheggio.
Condividiamo che i ragazzi non debbano giocare per strada, ma bisognerebbe offrire uno spazio alternativo. Perché sino ad oggi non è stata trovata una soluzione? È un problema non prioritario? Ci sono cose più importanti di cui occuparsi? Eppure basterebbe poco. È evidente che  la proposta della passata giunta Roccotelli non è stata coltivata (e non si sa perché), ma basterebbe rivedere leggermente le scelte dell’attuale amministrazione sulla gestione degli impianti sportivi.

Perché si continuano a dare in concessione a privati, in modo esclusivo, i beni comunali?
Questa è la prassi che segue ogni impianto sportivo minervinese, magari senza ricavarci un euro.

-Palestra interna del Pietrocola: utilizzata gratuitamente da una scuola di danza a pagamento;
-nuova palestra Mazzini: utilizzata gratuitamente da società onerose per i ragazzi frequentanti;
-vecchio liceo: utilizzato da musicisti;
-palazzetto dello sport: scuola di formazione per scassinatori e piromani;
-lo stadio comunale: costato fior di milioni per realizzarlo, ne è vietato l’uso ai ragazzi e, dulcis in fundo, il comune impiega la più consistente delle risorse pubbliche destinate ad attività giovanili, lo sport calcio.

MA I GIOVANI MINERVINESI?

È possibile che ad ogni richiesta che parta dai ragazzi, improvvisamente, tutte le strutture diventino, a detta del sindaco, anche “inagibili” pur di non concederle? Eppure gli stessi immobili vengono utilizzati non solo a titolo gratuito, ma, a volte, anche con forti sovvenzioni a carico del comune.
Tutti mancati introiti e spese inutili che potrebbero, anche solo in parte, risolvere il problema de “i ragazzi del Castello”.

Non bisogna essere “politici di professione” per risolvere i problemi del nostro paese, forse basterebbe non esserlo. Serve solo onestà e buon senso.